L’intervista “millantata”

 

Un divertente ed illuminante aggiornamento dopo i primi 100 giorni dall’intervista a Geraldine Hamilton.

 

Come qualcuno avrà notato un noto “critico” della SA si è immediatamente attivato nel tentativo di screditare l’intervista in questione. Specifico “critico” perché incrociando i suoi interventi non vedrete mai delle soluzioni serie ed applicabili proposte, ma sempre e solo attacchi alla SA.
In questo caso, anche se la dott.ssa Hamilton ha spiegato fatti (rilasciando però il permesso di pubblicazione solo all’intervista scritta, e non alla conversazione in audio) riscontrati anche da altri protagonisti del mondo della ricerca sui metodi alternativi, il nostro “critico” rifiuta ogni evidenza logica perché non conforme con la visione del mondo diviso in bianco e nero, cioè dove i buoni usano SOLO metodi alternativi e i cattivi torturano gli animali, e come protagonisti ci stanno Big Pharma e ricercatori che rifiutano le nuove metodologie per arricchirsi torturando animaletti indifesi.

Chiunque abbia un minimo di buonsenso capisce che il mondo è ben più complesso e, benché la voglia di accordarsi per far soldi a scapito dei contribuenti sia un pericolo su cui vigilare, l’idea di milioni di industriali, medici e ricercatori sadici e assassini, in combutta per far ammalare il prossimo è e rimane un’idea demenziale, degna di un film horror o di una mente malata (o di chi cerca di deviare le donazioni della ricerca verso se stesso).
Un gigantesco business del futuro sta nelle tecnologie di ingegneria tissutale (tipo body on a chip) che promette introiti miliardari per tempi lunghissimi, per questo l’industria è interessata e coinvolta nello sviluppo dei metodi alternativi.

Ma tornando al nostro criticone può apparire interessante evidenziare quello che ha scoperto o millantato (per usare un termine che lui adora usare come rossetto per le labbra).

lio faus

A parte il fatto che NON ESISTE  CONTRADDIZIONE tra quello che la dott.ssa Hamilton afferma nell’intervista e quanto sempre dichiarato dal team del Wyss: la dott.ssa Hamilton afferma fondamentalmente che non abbiamo ancora le conoscenze sufficienti per fare a meno degli animali e sfido qualsiasi scienziato ad affermare “l’esatto contrario”. La contraddizione esiste solo nella mente di chi vuole interpretare a modo proprio le parole degli altri.

Che cosa è stato peer reviewed?

Che cosa è stato peer reviewed?

Va notato l’uso del “peer review” inteso come pistola fumante, ma senza specificare dove sia affermato che gli animali non servono più. 😉

La parte in cui afferma che servono gli animali per mettere a punto i metodi alternativi viene spiegata con un esempio chiarissimo dalla la dott.ssa Hamilton (parte non esplicata nell’intervista per non allungare troppo le risposte):

“Per mettere a punto un test sugli effetti della radioattività ed eventuali contromisure dobbiamo accertarci che risponda in modo adeguato. Non è possibile prendere 100 umani, sottoporli a bombardamento radioattivo a diversi livelli, e poi provare a vedere se i farmaci funzionano.È necessario farlo con i topi in vivo e con i loro tessuti in vitro e una volta messo a punto il metodo, sostituire i tessuti dei topi con quelli umani, per ottenere con “ragionevole attendibilità” informazioni di rilevanza umana.”

Qualcuno interessato a capire avrebbe chiesto lumi, chi è interessato ad obiettare a prescindere invece, accusa senza approfondire (chissà perché? 😉 ).

Lo sa che la dott.ssa Hamilton è stata resa edotta di questa presunta intervista? Abbiamo ritenuto opportuno consultare direttamente la predetta ricercatrice e chiederle delucidazioni in merito.

Questa è la parte più divertente, perché, dopo ben tre mesi da questa affermazione, in cui viene usato il plurale e tutta la pompa magna necessaria, compaiono in rete delle affermazioni diverse in merito all’intervista, specie quando (in uno dei tanti interventi pubblici su Facebook) il criticone viene invitato a contattare direttamente la la dott.ssa Hamilton:

“…la dott.ssa Hamilton potrebbe benissimo non sapere…”

la dott.ssa Hamilton potrebbe benissimo non sapere...

Dice:”…la dott.ssa Hamilton potrebbe benissimo non sapere…”

 

Dice:”Per quanto ne sappiamo la dott.ssa Hamilton potrebbe benissimo non essere al corrente…”

Le due affermazioni: “Lo sa che la dott.ssa Hamilton è stata resa edotta di questa presunta intervista? Abbiamo ritenuto opportuno consultare direttamente la predetta ricercatrice e chiederle delucidazioni in merito.”
e: “Per quanto ne sappiamo la dott.ssa Hamilton potrebbe benissimo non essere al corrente…”
Sono una evidente prova di menzogna o di mistificazione della realtà perché, se non fossero riusciti a contattare la dott.ssa Hamilton (anche i postini fanno parte del complotto globale) avrebbero potuto ammetterlo, mentre invece hanno preferito aggirare la loro precedente affermazione.

 

Questi criticoni non si sono solo limitati ad esprimere dubbi, ma hanno apertamente mentito al loro seguito (gli altri non altrettanto creduloni da bersi tutto quanto) convincendo gli attivisti che tale intervista fosse stata dimostrata falsa, come potete leggere in quest’altro intervento di tale Stop-ecc., che ne dà per certa la falsità.

 

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 È evidente che gli animalisti credono a qualsiasi cosa gli arrivi dall’alto delle loro associazioni senza chiedere le prove!

Mi pare che a questo punto sia stato PROVATO chi abitualmente mistifica e/o mente nell’ambito della ricerca, e il loro acritico seguito dovrebbe collegare qualche sinapsi, chiedersi perché e trarne le dovute conseguenze.

 


 

Aggiornamento aprile 2015.

Pare che il sig. Lio confermi che non ha ricevuto risposte alle loro interpellazioni ma ciò non lo considera motivo di dubbio:

lio conferma lettera hamilton

Quando si è in malafede diventa normale attribuire agli altri i propri difetti e se manca l’intelligenza non si traggono le corrette conclusioni.

 

Un divertente aggiornamento dopo 2 anni dall’intervista.

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