Penco e dunque sono!

Domenica 8 giugno 2014,

in quel di Parma, si è assistito nuovamente ad una interessante dimostrazione di “balla…non balla, ma infine…(è una) balla” nel tentativo (riuscito perfettamente per chi utilizza due neuroni per sventolare le bandiere della LAV e gli altri due per ascoltare, ragionare, capire).

Disclaimer: spezziamo una lancia per chi è genuinamente ignorante in materia ed è convinto che chi parla da biologo dica la verità…ma non sa che non è TUTTA la verità, e a loro diamo una spiegazione di come la (apparente) verità nasconde la bugia.

Precedo con un esempio.

Se dico “i vigili del fuoco non poterono spegnere l’incendio”, sembra che si parli di un rogo incontrollabile, ma se la frase completa fosse “i vigili del fuoco non poterono spegnere l’incendio, perché gli operai della fabbrica l’avevano già spento con gli estintori”, cambia tutto, benché riportando solo la prima parte io non dica una bugia. Insomma, dico il vero ma “racconto” il falso.

 

In questa conferenza Susanna Penco, “scienziata” di riferimento della LAV, racconta le sue (mezze) verità per imbonire quei campioni di etica animalista che ignorano beatamente e intenzionalmente la sorte dei ratti sterminati nelle città (per assicurare l’igiene necessaria anche a loro) ma che si struggono dal dolore di fronte al ratto su cui si sperimenta per salvare i milioni di malati che sperano in una cura.

Susanna Penco

 

La nostra eroina dice: “Il 50% dei farmaci presenta serie reazioni avverse.”, ma cosa non dice?

Non dice che tutti i farmaci non hanno presentato questi problemi nemmeno nella fase dei test sui volontari umani.

Non dice che è del tutto normale (purtroppo) che un farmaco somministrato a 10 o 100 milioni di persone ne trovi qualcuna che ha degli effetti collaterali gravi. Pensate quanta gente muore per una nocciolina o per un kiwi o un crostaceo.

Non dice nemmeno che in realtà solo 47 farmaci sono stati ritirati dal mercato negli ultimi 25 anni.      (Fonte: Thomas Hartung nella conferenza al Senato del 2013. min. 21:30)

E soprattutto non dice come lei farebbe a produrre un farmaco senza effetti collaterali.

 

Continua poi affermando che la penicillina non fu testata su cavie ma su donna volontaria e dice: “sappiate che se fosse stata testata sulle cavie non sarebbe stata utilizzata.”, e anche qui che cosa non dice?

cavia (porcellino d'india) fonte Wikipedia

cavia (porcellino d’india)
fonte Wikipedia

Non dice che qui non intende le cavie in senso generalizzato, ma parla proprio della “cavia“, il classico porcellino d’india, il cui intestino presenta una flora batterica particolare e sensibile alla penicillina, ma che questa è una caratteristica della cavia e non di tutti gli animali, tan’è che la lista degli antibiotici veterinari a base di penicillina è lunga (vedi il link seguente).

http://ec.europa.eu/health/documents/community-register/2003/200304226328/anx_6328_it.pdf

Anche qui dice la verità ma racconta una bugia, si basa probabilmente sulle proprie capacità di analisi, mentre quelle di chi fa ricerca seria sono evidentemente ben diverse.

 

Poi va oltre e dice: “Il Tamoxifene,  se fosse stato studiato sugli animali… È stato studiato sugli animali, e lì provocava molti danni…chi, naturalmente…perché poi i  ricercatori non sono mica ottusi, chi sapeva che quella “strumentazione” aveva un valore molto, molto relativo, ha sperimentato direttamente sulle persone, con il risultato che abbiamo un grande farmaco […] ma se ci fossimo basati solamente sugli animali buona notte, non sarebbe passato e non l’avremmo.”.

Ok, sembra confuso, ma lei ha parlato proprio così, quindi, anche se la sua esposizione  è alquanto scomposta analizziamo il contenuto.

“perché poi i  ricercatori non sono mica ottusi, chi sapeva che quella “strumentazione” aveva un valore molto, molto relativo, ha sperimentato direttamente sulle persone”

Ma…allora…se dice che i ricercatori non sono così ottusi, com’è che finora li ha fatti passare per cretini? Non è una novità, è assolutamente normale che tutti i dati raccolti con i test sugli animali, come per i test in vitro, vengono analizzati ed interpretati sulla base delle esperienze, e delle conoscenze accumulate. Eh no, i ricercatori non sono ottusi. Loro!

“È stato studiato sugli animali, e lì provocava molti danni.”

In realtà è esattamente il contrario, proprio studiando sui ratti si sono scoperte le modalità e i dosaggi per un migliore impiego del farmaco: (cit.) “…La sua importanza è evidente oggi, ma alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso il cancro al seno non era un fenomeno così rilevante, e in principio il tamoxifene non ha suscitato grande eccitazione5. Il suo utilizzo è stato autorizzato nel 1973, anche se ancora non si sapeva molto se fosse efficace, e per chi potesse essere utile. Alcune ricerche hanno utilizzato un modello di carcinoma alla ghiandola mammaria nei ratti sottoposti a dimetilbenzatracene (DMBA) per studiare in modo sistematico gli effetti anti-tumorali del tamoxifene, e per scoprire quanto potesse essere utile per i pazienti. Ricerche su cellule di tumore al seno in coltura hanno mostrato che alte concentrazioni di questo farmaco potrebbero sopprimere il cancro7. Per il timore che il cancro sviluppasse una resistenza, i primi trial clinici sono stati condotti soltanto per un anno, e hanno mostrato che il tamoxifene non era efficace. Tuttavia, alcuni test effettuati su un modello di cancro al seno nei ratti hanno mostrato che un mese di trattamento (equivalente a un anno negli esseri umani) riusciva solo a rimandare lo sviluppo del tumore8,9, mentre cinque mesi di piccole dosi di farmaco potevano prevenirlo in modo completo10,11. Sono stati quindi condotti studi clinici più lunghi sugli esseri umani: in questi casi, il farmaco si è dimostrato efficace nell’aumentare il tasso di sopravvivenza e nel prevenire circa la metà dei tumori12.”

http://www.animalresearch.info/it/progressi-in-medicina/16/cancro-al-seno/

Forse Susanna Penco non avrebbe saputo cosa fare dei risultati test sugli animali, ma per fortuna non ci dobbiamo affidare a lei per la ricerca.

 

In coda un’altra fallacia di una dottoressa che doveva essere assente durante le lezioni di logica. Ella chiede: “Perché si utilizzano prevalentemente i roditori?…questo è chiarissimo, questo lo dico sempre…[…] si utilizzano topi e ratti perché costano meno!”

Anche questa è una delle molte ragioni, ma proprio per questo, perché accusa sempre le case farmaceutiche di fare della SA un business, se poi li accusa anche di voler risparmiare?
È chiaro che big pharma farebbe a meno della costosa sperimentazione sugli animali se potesse (infatti usano metodi alternativi dove possibile), ma è evidente che non è ancora possibile sostituire gli animali in tutto e per tutto.

E lo sa anche lei. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=590651537655175&set=pb.548684548518541.-2207520000.1402323179.&type=3&theater

 

Ci spiega che anche le scimmie non vanno bene: “…

intanto le proscimmie mangiano il cianuro e vivono benissimo, provateci voi a mangiare una “bocconata” di cianuro, non fate neanche tre passi.”

Sulle scimmie si studia soprattutto il sistema nervoso, e dopo ogni esperimento vengono ricompensate con un panino col cianuro, che si mangiano mentre i ricercatori si fanno il cappuccino. roll

 

E non dimentichiamo la classica lamentela per l’AIDS: “Il vaccino contro l’AIDS, non c’è ancora…vi assicuro che lo studiano da molti, molti, molti anni, hanno speso una vagonata di soldi e ancora non ce l’abbiamo…”

Pare irrilevante alla dott. Penco il fatto che se una molta l’AIDS ti uccideva in pochi mesi o anni, adesso si riesce a vivere in modo normale senza un limite determinato, e probabilmente, al posto delle scimmie, lei preferirebbe che per la ricerca infettassimo dei “volontari” per vedere se i vaccini sperimentali funzionano o no.

doppio roll

Dopo tutte queste grandi critiche verso i ricercatori, possiamo salutare Susanna Penco con l’elenco completo delle grandi scoperte che ha fatto in prima persona nel campo delle cure mediche.

Inizio elenco.

Fine elenco.

Se ho dimenticato qualche cura/farmaco/terapia fatemelo sapere e lo aggiungerò alla lista.

 

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